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Giuseppe Digiacomo
CANTI DI GUERRA E DIVINE INCONCLUDENZE
In questo suo libro di versi, più che riproporre i suoi miti giovanili, Achab, Billy Budd o Benito Careno, eroi problematici ma pur sempre eroi, Giuseppe Digiacomo, malgrado la secolare “perdita d’aureola”, avverte il bisogno di recuperare un ruolo, di riaffermare la funzione conoscitiva della poesia.
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In questo suo libro di versi, più che riproporre i suoi miti giovanili, Achab, Billy Budd o Benito Careno, eroi problematici ma pur sempre eroi, Giuseppe Digiacomo, malgrado la secolare “perdita d’aureola”, avverte il bisogno di recuperare un ruolo, di riaffermare la funzione conoscitiva della poesia.
E nascono, così, queste <<divine inconcludenza>>, dove l’ossimoro designa il còmpito umile, dimesso (<<capotreno che sono diventato>>), ma utile e necessario del poeta in un <<mezzotempo>> come quello attuale, il “tempo di povertà “, insomma, disertato dagli dèi, che già Höderlin e Leopardi avevano intravisto.
Casa Editrice: ARCHILIBRI
Collana: Verso sud
Data di pubblicazione: 2007
Pagine: 96
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