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    Tullio Sammito

Tullio Sammito

Il piccolo libro del destino

Questo romanzo è un viaggio nel tempo, nella Storia, tra due estremi geografici dell’Italia. Attraverso costumi e società, vicende familiari e grandi avvenimenti, ogni fatto diviene narrazione “umanissima”, muta ma non passiva accettazione del destino, invettiva contro la violenza e i mali di ogni guerra.

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Informazioni su questo libro
Sinossi

Dopo l’otto settembre 1943, Turiddu, giovane ufficiale in una caserma di Palmanova, viene trascinato nel pieno della lotta partigiana. Catturato dai tedeschi, è salvato dalla fucilazione da un prete, Don Tullio, che lo nasconde nel soppalco di un fienile di contadini della zona. Nei lunghi mesi di permanenza s’innamora della giovane figlia, lasciandola, all’atto della liberazione della regione da parte delle truppe americane, incinta di Silvano. Rientrato a Scicli, si sposa, crea famiglia, ha dei figli, si ammala molto giovane e muore. Il figlio maggiore, dopo settanta anni e più, ritrova il fratello sconosciuto, Silvano, e lo reintegra di diritto nell’appartenenza familiare. Dal profondo, pasoliniano Nord-Est friulano, al viscerale Sud-Est vittoriniano di Scicli, l’evocazione di una folla di personaggi e la ricostruzione di una serie di fatti storici e personali, divengono una narrazione empatica e straordinaria.

Dettagli

ISBN: 978-88-31254-01-4
Casa Editrice: ARCHITYPE
Collana: kintsugi
Data di pubblicazione: 2023
Pagine: 160

Incontra l'autore
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Tullio Sammito è nato a Scicli nel 1949. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne, è stato docente di Lingua e letteratura francese e successivamente Dirigente Scolastico. Negli ultimi cinque anni di carriera, distaccato presso il MAE, ha diretto l’Ufficio Scolastico dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi e successivamente ad Atene la Italiké Skolé Atenώn. Scrive per diletto, collabora a riviste, traduce testi dal francese. Ha pubblicato Poesie di vita vita di poesie nella Collana Essenze d’Autore Casa Editrice Pagine, Roma 2021. Vive tra Ragusa e Milano. Ama la poesia e i viaggi.

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  1. Giuseppe Aprile

    L’incontro non casuale con “Il piccolo libro del destino” di Tullio Sammito è stato generato da un titolo e da una foto che hanno saputo stuzzicare la mia curiosità di lettore.
    Un titolo e una foto che, proletticamente, anticipano il contenuto della storia familiare e, forse, persino il futuro di quel bimbo adesso autore.
    La lettura del libro, attraverso i suoi nove capitoli che oserei definire “nove cori angelici” posti a protezione della trama, permette di sfogliare, pagina dopo pagina, un album di famiglia ricomposto con fatica emotiva dall’autore attraverso una fine ricerca del “perché” di una vicenda.
    Divorato in un giorno, quasi per un inconsapevole rispetto dell’unità di tempo vagabondando nei luoghi e negli ambienti sapientemente descritti dall’autore e coerentemente al servizio dello sviluppo della narrazione, ho avuto modo di rispolverare pagine di storia, riflettere sui sentimenti di chi ha sofferto e fatto subire le proprie scelte e di chi, con difficoltà, ha accettato una nuova collocazione gerarchica familiare per amore della verità.
    Una verità “riesumata” negli anni attraverso il sapiente avvicendamento di due nomi: Turiddu e Silvano.
    È stato bello, nel corso della lettura, riconoscere alla vicenda narrata il ruolo di “custodia di una presenza nell’assenza” (così come scritto nella prefazione) e alla fine della lettura, riconoscere all’autore e al suo libro la capacità di essere riusciti a rendere il lettore compagno di viaggio di tutti i protagonisti.
    Grazie, Tullio Sammito, per avermi permesso di entrare a far parte del vostro destino, il destino di un’unica famiglia generata in due spazi geografici ricongiunti anche attraverso un percorso di sana curiosità e percezione emotiva.

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